Al via il monitoraggio dei Piani Azioni Positive degli enti locali

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[03-09-2018] Sono in partenza in questi giorni le lettere di invito alle amministrazioni comunali per conoscere lo stato dell'arte dei rispettivi piani triennali per le azioni positive, o Pap. Questi piani, senza i quali la legge vieta ogni possibilità di assunzione presso le pubbliche amministrazioni, si configurano sia come documenti di resoconto della consistenza del personale dell'ente distinto per genere, sia come programma di azioni positive teso ad assicurare la rimozione degli ostacoli che di fatto impediscono le pari opportunità tra donne e uomini per quanto riguarda accesso al lavoro, formazione,  progressioni di carriera, retribuzione, ecc.

 

L'iniziativa rientra nelle attività di routine della Consigliera. Secondo l'articolo 48 del Codice delle pari opportunità infatti, gli enti pubblici, in fase di preparazione del piano, "sentono" ovvero chiedono il parere alle organizzazioni sindacali interne o territoriali, agli organismi interni per le pari opportunità (oggi i Comitati Unici di Garanzia) e alle consigliere di parità territorialmente competenti (la consigliera nazionale per le amministrazioni centrali, quella regionale o quella provinciale per gli altri livelli territoriali). 

 

Secondo la banca dati dell'ufficio della Consigliera di parità, il 52 per cento delle amministrazioni locali di area metropolitana hanno il Pap in scadenza quest'anno. Si tratta di 24 Comuni (compresa l'Unione dei Comuni della Riviera del Brenta), alcuni dei quali hanno già inviato il proprio piano triennale alla Consigliera per il previsto parere. Come si vede nella pagina dedicata in questo sito vi sono anche altre situazioni: quattordici Comuni risultano avere un Pap scaduto e sei non lo hanno mai inviato, mentre sette Comuni e la Città metropolitana di Venezia hanno un Piano ancora vigente, risultando pertanto in linea con gli adempimenti.

 

Per questo sono state inviate complessivamente: 

  • 19 lettere per gli enti che hanno il piano in scadenza quest'anno, chiedendo, per la migliore collaborazione istituzionale, di inoltrare il nuovo documento in gestazione;
  • 8 lettere per gli enti di cui risulta scaduto da oltre un anno il documento, per conoscerne l'eventuale approvazione e invio del piano più aggiornato;
  • 6 lettere per richiedere informazioni in merito al piano mai pervenuto all'ufficio della consigliera. 

 

"I piani delle azioni positive - commenta la consigliera di parità metropolitana Silvia Cavallarin - non sono banali adempimenti, ma documenti programmatici, in grado di monitorare la capacità di gestione delle risorse umane in un'ottica di parità tra lavoratrici e lavoratori, mai scontata. Sappiamo bene - continua la Consigliera - che il nostro è un parere non vincolante per l'ente, cui la legge riserva la prerogativa di adozione attraverso la giunta comunale, ma oltre ad essere previsto per legge, il nostro parere tende a stimolare gli enti fornendo alcuni suggerimenti, ma anche a valorizzare le buone prassi programmate". 

 

Che l'ottica di parità non sia scontata all'interno delle pur assai controllate amministrazioni pubbliche è un fatto reale, molto in linea con quanto succede altrove. Infatti, mentre talvolta può succedere che vi siano più lavoratrici che lavoratori nelle nostre amministrazioni comunali, quasi sempre accade che i livelli direttivi o di responsabilità, cioè quelli di maggiore remunerazione, siano detenuti da uomini: una realtà che dunque conferma il cosiddetto fenomeno del "tetto di cristallo" quello per cui, anche a parità di titoli e abilità, le donne vengono più facilmente ignorate per rivestire i ruoli di vertice. 

 

Si ringraziano anticipatamente le amministrazioni locali della loro collaborazione.

 

[ultimo aggiornamento: 04/09/2018]

 

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